Estate 2025: il turismo frena, ecco cosa sta succedendo davvero

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Dopo due estati di ripresa post-pandemia, il 2025 sta riscrivendo lo scenario del turismo italiano. Le statistiche turismo Italia 2025 parlano chiaro: le strutture ricettive stanno registrando tassi di occupazione in calo in molte aree, sia balneari che urbane, con qualche eccezione legata a nicchie di mercato ben precise. Ho visto ,da un confronto con un collega dati quasi allarmanti relativi ai cali di prezzo applicati da alcune struttura a Rimini e Riccione a FINE LUGLIO  per “provare a correre ai ripari” e recuperare quote perdute. È un campanello d’allarme che merita di essere analizzato con attenzione, perché non riguarda solo l’estate in corso, ma anche le prospettive future del settore.
  
E dalle statistiche recuperate in rete, dai dati elaborati da Federalberghi e ISTAT, l’occupazione media di giugno e luglio è scesa di circa 5-7 punti percentuali rispetto al 2024. Le città d’arte, che avevano beneficiato del ritorno massiccio di turisti stranieri dopo il Covid, ora subiscono un rallentamento, complice un calo della domanda interna e un aumento della concorrenza internazionale. Le località balneari, soprattutto quelle a forte vocazione familiare, stanno soffrendo la riduzione della spesa media per soggiorno e il fenomeno delle vacanze “mordi e fuggi”.La montagna, al contrario, riesce a limitare le perdite grazie a eventi sportivi, turismo naturalistico e alla crescente richiesta di vacanze attive. Ma il saldo complessivo resta negativo, e il dato preoccupa in vista della seconda parte della stagione.

Le previsioni occupazione alberghiera fino a Ferragosto

Agosto, tradizionalmente il mese d’oro per il turismo italiano, mostra segnali di raffreddamento. Le previsioni indicano un riempimento medio attorno all’85% nelle settimane centrali, con punte massime nelle isole e nelle località di lusso, ma con un calo evidente rispetto ai picchi del 90-92% del 2024. La causa principale? La domanda interna più debole e un turismo internazionale più selettivo, che confronta i prezzi italiani con quelli di altre mete mediterranee.

Ed ecco che il turismo rallenta per:

  • Prezzi elevati: l’inflazione, seppur in rallentamento, mantiene alti i costi di soggiorno, ristorazione e servizi.
  • Domanda interna fragile: le famiglie italiane riducono la durata delle vacanze o scelgono soluzioni low-cost.
  • Concorrenza internazionale: mete come Grecia, Croazia e Turchia offrono pacchetti competitivi con servizi di alto livello.
  • Crescita dell’extralberghiero: appartamenti e case vacanza attirano una fetta sempre più ampia di viaggiatori.

I trend turistici post Ferragosto indicano una stagione in salita. Il riempimento medio nazionale per settembre potrebbe scendere al 65-70%, con una forte dipendenza dal meteo e dalla capacità degli operatori di attrarre prenotazioni last minute. Offerte personalizzate, pacchetti esperienziali e collaborazioni con eventi locali potrebbero fare la differenza tra chi chiuderà in pareggio e chi registrerà perdite consistenti.

Due parole sul Trentino?

Il Trentino invece , regione in cui VIVO e LAVORO prevalentemente, racconta due storie diverse. Le località di montagna stanno difendendo la stagione con un calo limitato, grazie a un’offerta basata su escursioni, sport outdoor e benessere. La cosa è confermata anche dal traffico locale decisamente intensificato che “allunga” inevitabilmente qualsiasi spostamento, facendo percepire questa massiccia presenza del turista. Il Lago di Garda, invece, registra una performance migliore rispetto alla media nazionale, soprattutto nella sponda trentina, grazie a una strategia di diversificazione dei mercati di riferimento. In particolare, si registra una crescita significativa del turismo arabo Lago di Garda: nel 2025 rappresenta il 4,2% del totale degli arrivi, contro l’1,4% del 2023. Un incremento che sta spingendo gli operatori locali ad adattare l’offerta: introduzione di menù halal nei ristoranti, personale multilingua, proposte di lusso e attività su misura.

Strategie per invertire il trend

Molti albergatori stanno già reagendo con iniziative mirate: sconti per soggiorni prolungati, offerte legate a eventi culturali, promozioni “prenota prima” per l’autunno e l’inverno. Altri stanno potenziando la propria presenza digitale, puntando su campagne mirate sui social e sul marketing esperienziale per distinguersi in un mercato saturo aiutati da queste ondate di caldo  torrido dell’ultimo periodo, che spingono i turisti a venire a respirare “aria fresca” in montagna, ma sempre purtroppo con permanenze medie molto brevi. Tuttavia, guardando al futuro, le sfide per invertire il trend dell’occupazione alberghiera restano significative perché la concorrenza non si limita più solo ad altre strutture tradizionali, ma include piattaforme di affitti brevi, esperienze immersive e nuove formule di soggiorno che attraggono segmenti di clientela sempre più diversificati. La capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti dei comportamenti di viaggio, anticipando trend e preferenze, diventerà un fattore determinante per non solo attrarre nuovi ospiti, ma fidelizzare quelli già conquistati. In altre parole, il futuro premia chi trasforma la sfida in opportunità, facendo della differenziazione e dell’innovazione il vero vantaggio competitivo.

Fonti: Federalberghi, Osservatorio Nazionale Turismo 2025 – ISTAT – Rilevazione presenze turistiche luglio 2025 – ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo

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