1993: Il Mio Primo PC tanto DOS e poca RAM!

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E così nel 1993, a farmi soppiantare l’Amiga( di cui parlai nell’articolo di Settembre 2024 qui ), entrò per la prima volta in casa mia un PC si trattava di una piattaforma ibrida prodotta da Amstrad, si chiamava MEGA PC e fondeva un “SEGA MEGA DRIVE”, una delle console di riferimento dei tempi con un PC 386x a 25Mhz ,con “1 Mb di RAM” e 40 Mb di HDD che mi ha permesso di avvicinarmi e conoscere il sistema PC che si stava lentamente imponendo sul mercato. Veniva fornito con un Joypad del Sega Megadrive, uno slot frontale per la cartuccia e spostandolo si aveva accesso al lettore del floppy disk da 1,44Mb. Parliamo di requisiti che letti ora fanno sorridere, ma a quel tempo rappresentavano macchine di fascia medio-alta.

Il mio primo sistema operativo approcciato? DOS 5.0. Una schermata nera con scritte bianche dove, se sbagliavi una lettera, addio sogni di gloria. Eppure, era una sfida meravigliosa imparare i comandi per creare cartelle, rinominarle, lanciare programmi: far funzionare un PC con 1Mb di RAM  e con quell’ hard disk da 40 MB che sembrava infinito ed una valanga di Floppy da 1,44Mb.

Su questo computer cominciai a familiarizzare anche con i giochi che comparivano sul mercato tra i quali ricordo con nostalgia piacere il primo Wolfenstein3D, il secondo capitolo di Monkey Island, oppure l’avventura di Day of the Tentacle.

Poi arrivò  Windows 3.1 e fu il primo vero assaggio di un’interfaccia grafica user-friendly: finestre sovrapposte, icone colorate, il mitico Solitario. Avviarlo da MS-DOS era un rito. Program Manager organizzava tutto, mentre WordPad e Paint trasformavano il PC in una macchina creativa, semplice, ma rivoluzionario per l’epoca.

Cliccando QUI ,potrai provare l’ebbrezza di un “boot” vecchio stile dal DOS , poi con l’avvio di Windows 3.1

Era un’epoca in cui i computer non erano nelle tasche di tutti ma relegati in stanze polverose ed ero un ragazzino con un cacciavite in mano e la voglia matta di capire come diavolo funzionasse quella scatola magica chiamata “personal computer”. A volte invece di uscire la sera si facevano le nottate a sperimentare, assemblare nuovi componenti hardware, installare e ri-formattare senza tutorial o  guide online, internet arriverà solo anni dopo.

Per capirci, assemblare un computer non significava cliccare su “Acquista” e aspettare il corriere Amazon: voleva dire sporcarsi le mani, imprecare dietro a nuove schede madri  e passare il tempo a combattere con floppy disk dal comportamento capriccioso. L’incubo peggiore? I driver. Perché se oggi basta collegare una periferica e magia, funziona, ai tempi era una battaglia: ogni scheda audio, stampante o modem aveva un floppy pieno di driver che, con un pizzico di sfortuna, entrava in conflitto con tutto il resto. “Prova a reinstallare i driver” era il mantra dell’epoca. Il plug-and-play? Funzionava solo per chi vendeva le periferiche e lo scriveva sulla scatola. E poi le librerie Direct X , che se non erano aggiornate non ti facevano avviare il gioco e dovevi comperare le riviste per trovarle ne i CD allegati.

Qualche anno dopo uscì Windows 95: il sistema che ha rivoluzionato tutto, con il suo mitico tasto Start e quell’interfaccia che faceva sentire tutti improvvisamente esperti di computer, certo, ogni tanto si piantava come un mulo e il famigerato BSOD (Blue Screen of death o “Schermata Blu”) era sempre dietro l’angolo, ma rispetto al passato era un progresso incredibile.

Per rispettare i requisiti di sistema richiesti dai nuovi giochi che uscivano passai ad un computer con CPU CyryxP150+: era un processore che, pur avendo un’etichettatura simile a un Pentium 150MHz, in realtà funzionava a 120MHz, ma offriva prestazioni competitive grazie all’architettura e alle sue caratteristiche specifiche ed era un’opzione interessante per chi cercava un’alternativa ai processori Intel in quel periodo, che costavano mediamente un 40-50 % in più.

Foto Fonte: https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Cyrix_6x86_P150%2B_CPU.jpg

 

Passarono così alcuni anni e nel 1997 arrivò il momento del Pentium II 300Mhz , con una mainboard ASUS e lo slot AGP per ospitare la “3dfx Voodoo Banshee” di Creative, una scheda video con 16mb che garantiva prestazioni decisamente di livello superiore e fu con questo che per la prima volta vidi girare nel 1998 UNREAL, che aprì poi la scena al famoso Unreal Engine come motore per far girare le produzioni successive dei giochi in 3d.

Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=747364

Per ora mi fermo a questo step, ricordando che ogni tanto, mi capita ancora di provare nostalgia per i bei tempi andati. Momenti in cui passavo le notti con una pila di floppy disk, cercando di installare Windows 3.1 su un 486 e imprecando quando il setup si bloccava al 99%, o quando montavo schede madri su case enormi, con la paura di piegare i pin del processore o che il nuovo banco di RAM potesse andare in conflitto con il vecchio. 😏🤣

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